Alimentatore per telecamere POE

Avvertenza:

Questo articolo tratta argomenti che coinvolgono l’utilizzo di apparecchiature sotto tensione, si ricorda di operare sempre su tali apparecchiature senza alimentazione inserita, per evitare infortuni, anche gravi, che possono mettere a repentaglio la vita dell’operatore. Se non siete certi di ciò che state facendo o se qualche passaggio dell’articolo non risulta chiaro, consultate sempre una persona Esperta e competente nel settore.

Ho avuto la necessità di alimentare e connettere in rete tre telecamere tramite cavo di rete, telecamere che teoricamente supportano l’alimentazione POE (Power Over Ethernet), ma che effettivamente non seguendo lo standard (IEEE 802.3af) hanno dato problemi nel ricevere l’alimentazione direttamente dal cavo di rete, problemi che ho aggirato facendo il trasporto dei 12V necessari all’accensione della stessa mediante il cavo di rete estraendo poi la corrente verso un classico spinotto di alimentazione, ma questo non ha a che fare con questo tutorial.

Parliamo del nostro alimentatore!

Ho realizzato il sistema ordinando alcune componenti su Amazon e recuperando tre POE Passivi da vecchio materiale elettrico in mio possesso, ecco nello specifico quello di cui ho avuto bisogno:

– Scatola di derivazione da parete (usata per tenere tutto maggiormente in ordine):

– Alimentatore stabilizzato 12V 10 A (l’amperaggio necessario per tutte e tre le telecamere era di circa 6A, mi sono tenuto largo per stare tranquillo):

– Switch da 5 porte D-Link (scelto per le dimensioni contenute):

– Tre POE passivi, come detto, di recupero:

Un cavo di rete prestampato, alcuni spezzoni di cavi di rete e una spina elettrica.

Ecco i link degli oggetti acquistati su Amazon:

  • Scatola di derivazione
  • Alimentatore stabilizzato
  • Switck D-Link

E di seguito il link (trovato sempre su amazon) per acquistare i POE Passivi, molto simili a quelli da me utilizzati:

  • POE Passivi

Per quanto riguarda i POE passivi, ci sono varie alternative, scegliete in base alle vostre esigenze e budget.

Altri strumenti di cui ho avuto bisogno per realizzare il progetto sono:

  • Multimetro digitale
  • Pinza crimpatrice per cavi di rete
  • Plug di rete
  • Saldatore a stagno per circuiti (e relativo stagno)
  • Forbici da elettricista
  • Pistola per colla a caldo
  • Guaina termo restringente

Come primo passo ho proceduto a rimuovere, con l’aiuto di un cacciavite piatto, l’enclosure dei POE passivi:

avendo così a vista la semplice circuiteria, e, con l’aiuto di un alimentatore da 12V collegato allo spinotto di ingresso dei poe e il Multimetro digitale, una volta capovolto il pezzo, ho individuato le saldature dalle quali passa di norma la corrente a 12V, segnando le saldature con un pennarello come potete vedere nella seguente immagine:

I contatti in questione sono i due, nel mio caso, segnati con un puntino di pennarello, cioè quello più in basso e quello a destra.

N.B.: Per poter verificare correttamente il voltaggio dovrete impostare la scala del Multimetro su corrente continua, nel mio caso la prima selezione possibile per il selettore

Una volta verificato che per tutti e tre i POE la corrente passasse per quei punti di saldatura ho provveduto a saldare degli spezzoni di cavo elettrico (recuperati dai connettori di un vecchio alimentatore per PC), uno per polo:

Dopo ogni saldatura, lasciando tempo allo stagno di freddarsi naturalmente, ho applicato una goccia di colla a caldo sopra la saldatura stessa, sia per isolare meglio la nuova connessione fatta, sia per mantenere in ordine e a posto i cavi, evitando eventuali rotture delle saldature (lo ammetto, non sono un grande artista nel saldare).

Un piccolo consiglio, che non fa mai male, applicabile a tutte le saldature di questo tipo è quello di “stagnare” prima di fare la saldatura vera e propria, le porzioni di cavo spelate che andrete a saldare, questo vi renderà la vita più semplice.
Per farlo basterà scaldare con la punta del saldatore il pezzo di cavo spellato avvicinando poi il filamento di stagno e scorrendo lungo la superficie della saldatura stessa, vedrete che il cavo verrà così coperto da un sottile strato di stagno, che faciliterà la successiva saldatura.

Una volta eseguita la procedura sui tre POE passivi mi sono ritrovato una situazione del genere:

Il passo successivo è stato quello di collegare la corrente (220V) all’alimentatore stabilizzato, operazione che va OVVIAMENTE effettuata con la presa di corrente staccata, per evitare spiacevoli inconvenienti di natura medica.

Ho semplicemente spelato i tre fili che si trovano all’interno del cavo della spina (ho sacrificato un cavo VDE che serviva a dare corrente all’alimentatore di un vecchio PC fisso) collegandoli alla morsettiera dell’alimentatore come segue:

Cavo MARRONE -> Contatto identificato con la lettera L

Cavo BLU -> Contatto identificato con la lettera N

Cavo VERDE/GIALLO -> Contatto identificato con il simbolo della Messa a Terra (quella specie di T capovolta con due trattini bassi)

Una volta effettuato il collegamento fatto allentando i morsetti con un cacciavite a croce, e inserendo uno per volta i relativi cavi facendo attenzione a non creare corto circuiti (cavi diversi che si toccano tra di loro) e badando bene che la parte sprovvista di guaina (il rame) non sporgesse dalla morsettiera stessa ho chiuso lo sportelletto di plastica di protezione di cui è provvisto l’alimentatore e inserito la spina.

Il primo passo per capire che il collegamento è andato a buon fine sta nel fatto che non è scattato il salva vita del contatore (e già è qualcosa) il secondo è dato dal fatto che il piccolo led verde, posto all’estrema destra della morsettiera, si è acceso.

Questo indica che l’alimentatore è in linea e che sta erogando correttamente 12V sulla morsettiera di destra, come ulteriore controllo, ho ripreso il multimetro e verificato che dalle due coppie di morsetti posti a destra (indicati con le lettere V- V- e V+ V+) arrivassero i famosi 12V, una volta verificato questo  ho proseguito nel lavoro preparando uno spezzone di cavo elettrico con polo positivo e polo negativo, e connettendo uno dei due cavi alla porta V- e l’altro alla porta V+, nel fare questo prestate attenzione a non far andare in cortole due polarità, per evitare possibili danni all’alimentatore e, ovviamente, effettaute l’operazione sempre a corrente staccata e condensatori scarichi (led verde dell’alimentatore spento).

La foto poco sopra dovrebbe rendere l’idea del risultato, ora ho iniziato a prendere le misure per disporre dentro la scatola di derivazione le varie componenti interessate, preparandomi delle piccole patch di rete della lunghezza di circa 20 Cm l’una, e iniziando a disporrei POE modificati nella scatola di derivazione, come potete vedere dalle immagini seguenti:

Ora occorre procedere con il collegamento dei cavi che vanno dai POE modificati, accoppiando i cavi neri tutti assiene e i cavi rossi tutti assieme, personalmente ho sfruttato un pezzettino di guaina termo restringente, per dare più stabilità al tutto e alla fine ho utilizzato dei comunissimi morsetti da elettricista per avere i due poli pronti ad essere connessi all’alimentatore.

Quindi da uno degli accessi laterali della scatola sono entrato con i due poli dell’alimentatore come potete vedere nell’immagine seguente:

Oltre che con l’alimentatore (purtroppo 9V) dello Switch D-Link utilizzato, collegando poi i poli dell’alimentatore, con la stessa morsettiera che porta corrente ai POE passivi, in questa maniera i tre POE sono alimentati.

Ho proceduto poi con l’inserimento dello Switche al collegamento della Porta LAN dei POE passivi con le prime tre porte libere dello Switch, utilizzando le  facendo ben attenzione a non usare le porte che danno corrente.

I vari componenti all’interno della scatola, sono stati fissati con della colla a caldo per evitare che si muovano e per mantenere le cose il più ordinate possibile:

Fatto questo, mi è bastato sfruttare un’altro degli accessi della scatola per i cavi che portano alle telecamere, chiudere il tutto con le quattro viti e poggiare l’alimentatore sopra il coperchio della scatola stessa, una volta sigillato.

Purtroppo le dimensioni dell’alimentatore utilizzato non hanno consentito, come avrei voluto inizialmente, di chiudere tutto all’interno della scatola di derivazione, ma, se doveste trovare un alimentatore più contenuto nelle dimensioni potreste farlo tranquillamente.

Progettare e mettere in atto il tutto ha richiesto circa una serata.

Spero che la guida sia abbastanza chiara, qualora ci fossero dubbi o richieste potrete scrivere tranquillamente nei commenti qui sotto.

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